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IN RICORDO DELL'AMICO GAETANO SCIREA

03/09/2025

A 36 anni dalla scomparsa.
  • IN RICORDO DELL'AMICO GAETANO SCIREA

Tanti ricordi mi legano a Gaetano, un vero signore, grande campione di sport e di vita.
Non lo dimenticherò mai!
Carlo Alberto Bellagamba

Voglio ricordarlo con la testimonianza del figlio Riccardo che da anni lavora come match analysis per la Juventus.
"Ero nella casa al mare dei nonni, quando Ciotti disse alla Domenica Sportiva che mio padre era morto"
Il dramma avvenne in Polonia. 
"Papà era andato a visionare una squadra avversaria della Juventus. Ma l'aveva già fatto poco tempo prima e per questo motivo era riluttante a tornare in Polonia. Ma Boniperti, da perfezionista qual era, fu irremovibile. Quindi lui ubbidì e nel tragitto di ritorno l'auto su cui viaggiava fu tamponata. Nel bagagliaio c'erano delle taniche di benzina. Esplosero. Non ci fu scampo".
"Quella sera maledetta mia madre era proprio in casa di Anna Zoff, la moglie di Dino. Aspettavano insieme che i mariti tornassero. Mamma attese invano. Prima le dissero una bugia, poi una mezza verità, infine le confessarono la sciagura. Terribile".
Non a caso il suo amico del cuore era Dino Zoff.
"Un legame stretto anche fra le famiglie. Vacanze insieme, io che gioco con Marco, il figlio di Zoff. I genitori affiatati. Le risate".
Il record delle 552 partite in bianconero di Scirea ha retto 20 anni.
"Il primo a batterlo nel 2008 è stato Del Piero, poi è stata la volta di Buffon e Chiellini: tutti e tre perfetti interpreti dello stile-Scirea e del modello-Juve".

IL RICORDO DELLA JUVENTUS F.C.

Trentasei anni fa ci lasciava Gaetano Scirea.

Ogni 3 settembre trascorso da quella tragica giornata del 1989 che colse tutti di sorpresa, è diventato così un momento di ricordo doloroso e indelebile nel cuore di tutti i tifosi bianconeri.

La sua capacità di interpretare lo sport, il lavoro e la vita lo hanno portato nel corso della sua carriera a diventare un riferimento apprezzato dagli appassionati di calcio e non solo. Un uomo talmente grande da essere in grado di superare gli stretti limiti a cui spesso è confinata la figura del giocatore.

Un modello, un esempio, un capitano per tutta la famiglia juventina.

Un compagno di viaggio che ci ha lasciato troppo presto - trentasei infatti erano anche gli anni di Scirea nel momento dell’incidente che ci ha portato via un uomo straordinario e uno dei giocatori più vincenti della storia del nostro club.

Manchi a tutti noi, capitano.

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