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1° CALCIO D'ANGOLO: LA SERIE "A"

27/11/2017

Il commento degli opinionisti: Fabrizio Bocca e Roberto Beccantini
  • 1° CALCIO D'ANGOLO: LA SERIE "A"

Iniziamo questa nuova rubrica dedicata alla massima serie di calcio riportando, di volta in volta, il commento dei più autorevoli opinionisti. Cominciamo da Fabrizio Bocca, giornalista di Repubblica, il quale attraverso le pagine del suo blog ha detto la sua sulla giornata di campionato e sulla sfida tra Napoli e Juventus. Ecco il post: "Colpo sul colpo, il Napoli risponde all'Inter vincendo a Udine con un gol di Jorginho su rigore, tra l'altro nemmeno chiarissimo e contestato pure quello. Sarri non sembra attribuire molta importanza né al successo né alla posizione del Napoli. Convinto sempre di più che sia ancora la Juventus la squadra protagonista e che anzi questa sia la Juve più forte di questi anni. E' probabilmente un cliché, una scaramanzia, un tentativo di sviare l'attenzione. Ma anche una legittima prudenza perché il Napoli in questo momento viaggia di inerzia, non è brillante come all'inizio, senza contare che il Napoli-Juve di venerdì sera è una partita troppo importante per non prendersi tutte le precauzioni possibili. Nemmeno la Juve è in un momento brillante, per oltre un tempo contro il Crotone è rimasta all'asciutto. Allegri giunto a un vicolo ceco ha cercato un'altra forma di Juve, con altri protagonisti e con altri sistemi di gioco. Ciclicamente nell'esperienza di Allegri alla Juventus c'è sempre un momento di questo tipo, in cui la Juve va ristudiata e ridisegnata, proprio perché la spinta del modulo precedente (quello dei campioni tutti in pista) si è esaurita. L'ultima forma di Juve prevede una difesa a tre, per altro marchio di fabbrica della casa, Mandzukic centravanti - e dunque come alternativa  a Higuain, e non come compagno della linea d'attacco - con l'assistenza di Douglas Costa e Dybala larghi. Dunque si torna almeno parzialmente indietro, scegliendo anche con una certa rudezza nell'ampio parco giocatori bianconero. Una partita col Crotone non può contare, né far comprendere nulla, per cui arriviamo a quel Napoli-Juve con due squadre quasi in maschera che in questo momento non sono reali. Ma che sicuramente venerdì daranno il massimo, e cercheranno di togliersi il predominio l'un l'altra.
E' stato un pomeriggio abbastanza avaro di gol, si registra però la frenata della Roma a Marassi. Andata in vantaggio con un gol di El Shaarawy, si è fatta riprendere a causa di De Rossi che ha colpito in area Lapadula con una manata in faccia. Inevitabile l'intervento del Var, per l'espulsione dello stesso capitano della Roma e per il rigore del pari segnato da Lapadula. Il capitano, non nuovo a gesti del genere e anzi recidivo, ha causato così un brusco stop della sua stessa squadra. Il Milan invece ha fatto 0-0 col Torino, e la sua classifica rimane sempre inquietante, impantanata. Ha quasi la metà dei punti del Napoli".

Proseguiamo con Roberto Beccantini il quale si è pronunciato sulla vittoria dell'Inter sul Cagliari attraverso la sua pagina facebook: "E’ un’Inter molto fisica, molto concreta. Sa subire, sa soffrire, sa parare (Handanovic su Pavoletti). Ricorda la Juventus di un anno fa. Non incanta: incarta. E si porta via il risultato. Per una ventina di minuti, il Cagliari di Lopez sembrava di un altro pianeta. Poi Spalletti ha ritoccato l’assetto, passando a tre in difesa, e Icardi - al primo tiro, alla prima occasione, al primo «tutto» - ha rifinito un bel cross di Candreva e una sponda, acrobatica, di Perisic. Bye bye lavagne.
A Coverciano sostengono che sia il gioco a fare i giocatori. Per carità, ogni tanto capita. Non questa volta. Secondo Nereo Rocco, sempre sia lodato, «una squadra perfetta deve avere un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un "mona" che segna e sette asini che corrono». Ci ho pensato con affetto e, credetemi, con invidia. 
Ha perso, il Cagliari, per aver cercato di vincere. Difesa alta, senza paura di lasciare Ceppitelli pericolosamente solo con Icardi; Romagna, Faragò e Barella indemoniati, Joao Pedro e Pavoletti accerchiati ma non prigionieri (non sempre, almeno). L’esperienza insegna che è difficile reggere cadenze simili. Gianni Brera parlava di «eretismo podistico», un eccesso che porta «a morire di sé medesimi». Come puntualmente è accaduto. Il raddoppio, d’alta scuola, l’ha propiziato ancora Candreva, non esattamente il Candreva «svedese», e siglato Brozovic, appena entrato al posto di Vecino. A quel punto la partita si è spenta come una candelina di compleanno dopo il soffio del festeggiato. La rete di Pavoletti, splendida, e il gol di Icardi (con forti dubbi Var sul contatto Rafael-Perisic) hanno consegnato all’archivio un 3-1 che rispecchia il rambismo difensivo e l’efficacia dell’Inter di Spalletti, un italianista che sa vendere con ruspante malizia il sodo al quale bada".

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